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Codex Purpureus Rossanensis
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Rossano
  l' arrivo a Rossano

La mancanza di fonti scritte che documentino il trasporto del Codex non consente di stabilire con certezza l'epoca dell'arrivo dell'opera in Calabria. A giudizio della critica, è altamente probabile, però, che esso vi sia giunto tra il VII e l'VIII secolo, al seguito di una comunità di monaci basiliani che, in fuga dall'Oriente e dalle persecuzioni iconoclastiche, riparano in Calabria, stabilendosi in uno dei tanti monasteri rupestri della costa jonica.

Giunto, in epoca non precisabile, in possesso della Chiesa locale, il Codex sarà utilizzato fino a tutto il 1460 (anno in cui è abolito il rito greco) come libro fondamentale della liturgia bizantino-greca.

Che il codice miniato sia giunto proprio a Rossano non è casuale. La città fu protagonista attiva, per oltre un millennio, e certamente fino al 1460, del processo di neo-grecizzazione della Calabria operato dai Bizantini, diventando, nel volgere di pochi decenni, la principale e più importante zona ascetica del Mezzogiorno d'Italia ed il centro politico, amministrativo e religioso dell'area bizantina italiana.
la tavola del Codex Purpureus che illustra l'ultima cena e la lavanda dei piedi

 
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