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Rossano
  Simone Martini

(Siena 1284 ca. - 1344)

Unanimemente considerato il più insigne rappresentante della pittura senese del Trecento, si forma, probabilmente, nell'alveo dei pittori che frequentavano la bottega di Duccio di Boninsegna, come stanno a testimoniare le opere del periodo giovanile, in cui gli influssi del maestro sono ben evidenti.

Come la maggior parte degli artisti suoi contemporanei, non poté sottrarsi al fascino di Giotto e della sua arte, che venne però reinterpretata e non riproposta in termini di pura imitazione. Oggetto della sua pittura è la parte più in vista della società, quella degli ambienti nobili e sfarzosi. Le figure fluttuano in una spazialità indefinita in cui i colori, spesso variegati d'oro, si succedono in ondate ritmiche.

Tra le opere più importanti si ricordano la pala San Ludovico di Tolosa, eseguita per Roberto d'Angiò nel 1317 circa, le Storie di San Martino nella Basilica Inferiore di Assisi, la tavola dell'Annunciazione e, naturalmente, la Maestà, la sua più antica opera firmata, affrescata nella parete di fondo della Sala del Consiglio del Palazzo Pubblico di Siena.
Simone Martini, San Ladislao, ca. 1326, tempera su tavola, cm 43x21

 
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