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San Nicola di Bari
La tela si ascrive a pieno titolo nel novero di quelle opere solimenesche giunte in Calabria dalla più nota scuola campana o eseguite nella stessa regione dopo l'arrivo a Fiumefreddo Bruzio della tela raffigurante il
Miracolo di S. Nicola di Bari
di
Francesco Solimena
.
La critica, infatti, la data alla metà del XVIII secolo e la attribuisce a ignoto seguace della scuola di Solimena per le elevate qualità formali e per la ricorrenza, così evidente nella tela, di quel tenebrismo che caratterizzò le opere del caposcuola campano a partire dagli anni Trenta del Settecento.
Il santo è rappresentato sospeso in alto tra le nubi, nell'atto di eseguire uno dei suoi miracoli che ha luogo nel primo piano della composizione. Il gigantismo dei personaggi, le lumeggiature e i bagliori di colore del dipinto si avvicinano all'arte di Oronzo Tiso (Lecce, 1726?-1800), pittore pugliese di formazione napoletano-solimenesca, al quale è attribuito anche il
Miracolo di San Gennaro
custodito nella
Collegiata della Maddalena
a
Morano
.
San Nicola di Bari libera i tre prigionieri
olio su tela, ignoto meridionale, metà del XVIII secolo, cm 466x282
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