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  Chiesa di Santa Maria del Carmine

La chiesa, purtroppo parzialmente inagibile, presenta una semplice facciata a capanna, impreziosita da un portale in tufo lavorato, sovrastato da una piccola finestra e dalla cella campanaria.

L'interno, a navata unica, è pavimentato in lastre di tufo rosso provenienti da Altinia, in provincia di Cosenza. Bellissimi l'altare maggiore, in legno di noce, decorato con colonne tortili e ricchissimo di intagli e fregi, e il soffitto ligneo, che reca al centro un dipinto raffigurante la Vergine Assunta circondata da angeli e portata in cielo.

Altri altari lignei di pregevole fattura, testimonianza indiscussa della maestria degli maestri locali dell'intarsio - tra cui l'altare di San Pasquale e l'altare di Sant'Antonio - , originariamente nella chiesa, sono oggi esposti nel Museo di Arte Sacra San Giuseppe.

Annesso alla chiesa è il Convento dei Cappuccini, edificato nella metà del Cinquecento sul colle che domina il borgo, conosciuto come il Timpone di Santa Croce. Fu ricostruito nel 1644, dopo la devastazione subita dal terremoto del 1638, sul suolo attuale - prima sorgeva in Contrada Cappuccini Vecchi -, concesso ai monaci dall'amministrazione municipale.

Durante la dominazione francese, l'intero complesso fu requisito per poi essere restituito ai monaci nel 1829 in seguito alla restaurazione borbonica. Nel 1866, per effetto della legge sulla vendita e la confisca dei beni ecclesiastici, divenne patrimonio comunale e l'annesso giardino adibito a cimitero. Presso il convento soggiornarono nel 1852 Re Ferdinando di Borbone, che vi rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 1862, e Frate Antonio da Panettieri, detto Fra 'Ntoni, e da molti ritenuto santo.
Chiesa della Madonna del Carmine: la facciata principale

 
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