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Altomonte
Lastre alabastrine
Delle due piccole lastre in alabastro, entrambe datate alla prima metà del XIV secolo ed importate dalla Francia, dove furono commissionate da Filippo Sangineto, si ha menzione in un documento del 1705, le
Relationes Conventus Altimontis
di P. Fm. Thoma Perretta, ove si legge di
diece pietre di purissimo alabastro d'un palmo e mezzo l'una, di ingegnosa Maestria amirandoli scolpita di figure rilegate tutta l'istoria del nuovo testamento.
Della lunga serie a cui il documento fa riferimento rimangono solo due lastre, delle quali quella con
Storie della Vergine
è forse una delle prime del ciclo, l'altra, con
episodi neotestamentari
, conclusa con una scena dedicatoria, è certamente l'ultima.
Straordinaria la finezza dell'esecuzione, i cui motivi chiaramente gotici consentono di datarle ai primissimi decenni del XIV secolo. Le due formelle, di forma quadrata, misurano 35x34 cm. e sono divise, in quindici scomparti, da
archi
gotici tra i quali si elevano sottili cuspidi in tre ordini di
nicchie
, da due meandri adorni di viticci, rami e fiori.
Come avviene nei grandi avori francesi del XIV secolo, anche in questo caso all'interno delle storie sacre vengono introdotte nuove iconografie tratte dai Vangeli apocrifi. E accade così che un gusto aneddotico si insinui nei quadretti che sorprendono Maria nell'atto di nutrire i poveri e curare gli ammalati, di apprendere dagli angeli, come un'umile scolara, i primi rudimenti delle sacre devozioni, di recarsi alla fonte, mentre spiritosa appare la scena in cui Maria con l'indice teso respinge un pretendente.
Ottimo lo stato di conservazione. L'ultimo restauro data al 1980.
una delle due lastre alabastrine esposte nella sezione medievale del museo
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