Regia di Luchino Visconti con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Italia 1963,
Il Gattopardo tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vincitore della Palma d’oro come miglior film al 16º Festival di Cannes è il secondo affresco storico del Regista dopo quel Grandioso Pamphlet Socialista che fu “Senso”, dieci anni prima. e che indubbiamente gli è superiore. A differenza del romanzo di Tomaso di Lampedusa, il film fu un fiasco ai botteghini, ed era privo proprio del grande realismo sociale di “Senso” riletto come un’opera letteraria di Roth.
Tuttavia, il film mantiene un suo particolare fascino nella commistione tra Cinema e Letteratura, o anche nella commistione di generi, cosa inusuale per Visconti, come nella sequenza del lungo dialogo tra Don Fabrizio e Don Ciccio, che sembra rievocare il climax di un western Fordiano.
E proprio il film è o puo’ essere attuale a seconda di come viene letto il romanzo omonimo.
La figura del protagonista del film si ispira a quella del bisnonno dell’autore del libro, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa che fu un importante astronomo e che nella finzione letteraria diventa il Principe Fabrizio Salina, e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910, in Sicilia (a Palermo e nel feudo agrigentino di Donnafugata / Palma di Montechiaro).
Il Gattopardo
Regia di Luchino Visconti con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Italia 1963,
Il Gattopardo tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vincitore della Palma d’oro come miglior film al 16º Festival di Cannes è il secondo affresco storico del Regista dopo quel Grandioso Pamphlet Socialista che fu “Senso”, dieci anni prima. e che indubbiamente gli è superiore. A differenza del romanzo di Tomaso di Lampedusa, il film fu un fiasco ai botteghini, ed era privo proprio del grande realismo sociale di “Senso” riletto come un’opera letteraria di Roth.
Tuttavia, il film mantiene un suo particolare fascino nella commistione tra Cinema e Letteratura, o anche nella commistione di generi, cosa inusuale per Visconti, come nella sequenza del lungo dialogo tra Don Fabrizio e Don Ciccio, che sembra rievocare il climax di un western Fordiano.
E proprio il film è o puo’ essere attuale a seconda di come viene letto il romanzo omonimo.
La figura del protagonista del film si ispira a quella del bisnonno dell’autore del libro, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa che fu un importante astronomo e che nella finzione letteraria diventa il Principe Fabrizio Salina, e della sua famiglia tra il 1860 e il 1910, in Sicilia (a Palermo e nel feudo agrigentino di Donnafugata / Palma di Montechiaro).